Nuove ricerche confermano come il caffè, a lungo criticato, possa diventare un alleato della salute e della longevità.
Per anni, il caffè è stato guardato con sospetto, in quanto accusato di favorire disturbi cardiaci e di alterare l’equilibrio dell’organismo. Oggi, però, il quadro appare radicalmente cambiato. Le nuove ricerche dimostrano come questa bevanda, se scelta in una versione naturale e non torrefatta, possa contribuire ad allungare le aspettative di vita e a migliorare la qualità dell’invecchiamento. Ecco cosa dicono recenti studi sulla bevanda nera.
Perché il caffè non deve più essere demonizzato
Gli studi pubblicati su riviste come Ageing Research Reviews ed European Journal of Epidemiology indicano un effetto positivo complessivo sul benessere, mentre altre analisi, tra cui quella diffusa dallo European Heart Journal, suggeriscono di evitarne il consumo dopo mezzogiorno per non interferire con i ritmi circadiani.

La diffidenza verso il caffè nasce dal timore che potesse incidere negativamente sulla salute cardiovascolare. A lungo, infatti, si è creduto che la bevanda fosse legata a picchi pressori ed aritmie, ma la ricerca contemporanea invita a leggere il fenomeno in modo più complesso.
Ad influire sui reali effetti non è solo la caffeina, bensì l’intera filiera che porta il chicco dalla pianta alla tazzina. La qualità, la provenienza, il tipo di lavorazione e il metodo di preparazione rappresentano variabili importanti, in tale contesto, così come lo sono gli ingredienti aggiunti.
Una recente ricerca, pubblicata su The Journal of Nutrition ha mostrato che il rischio di mortalità può modificarsi, significativamente, in base alla quantità di edulcoranti e grassi saturi inseriti nella bevanda.
Quanto caffè fa bene davvero
Negli ultimi anni questo scenario ha favorito un vero cambio di paradigma. Il nefrologo Borja Quiroga, intervenuto su Saber Vivir di RTVE, ha spiegato che a lungo il caffè è stato demonizzato, perché la variante più diffusa era quella torrefatta, ricoperta di zucchero e considerata potenzialmente tossica.
Ha sottolineato che, in alcuni Paesi, tale prodotto è – addirittura – vietato. Oggi, invece, la diffusione del caffè naturale permette finalmente di recuperare i suoi benefici, tra cui vi sono antiossidanti provenienti sia dai composti caffeinici, sia da quelli privi di caffeina.
Secondo Quiroga, il caffè può causare un lieve e temporaneo aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, ma ciò non comporterebbe un rischio reale di ipertensione, poiché i valori tornano rapidamente alla normalità.
Per questo motivo, la bevanda è considerata un alleato del benessere, purché consumata con moderazione e senza eccessi. Il medico ha precisato che i benefici a lungo termine si possono riscontrare sulla salute cardiovascolare, renale e nella riduzione della mortalità generale. Secondo il medico, si possono bere fino a cinque tazzine al giorno.